“La Luna nel Bosco” nasce come spettacolo teatrale che l’emergenza Covid 19 ha bloccato sul nascere.
Finalista al “Premio donna” tra i migliori progetti socio culturali in veneto nel 2019 per “Treviso Creativity Week”, vuole raccontare come ci si sente davvero quando si soffre di depressione. Non lo fa con il solito racconto, con la successione di fatti e personaggi, ma immerge lo spettatore nella mente di un depresso e gli mostra cosa egli vede, sente e vive. Lo fa utilizzando la danza, la musica, la parola e l’arte. Lo spettatore con le sue emozioni diventa parte dello spettacolo.
Il racconto si basa su una storia vera e srotola le fasi della malattia depressiva che può toccare chiunque. Non segue un filo temporale, i ricordi si incrociano nel racconto di una vita divisa tra lavoro e famiglia come quella della maggior parte delle persone, attraversata però dallo spettro della depressione bipolare.
Tutto scorre più o meno nella normalità fino a quando un grave lutto cambia tutto. La protagonista precipita nel vuoto fino a sfiorare il limite, tocca il fondo fino a sentirsi del tutto inadatta all’esistenza. Grazie all’immenso amore per la figlia, alla determinazione, alla forza e affidandosi alla terapia, riesce a fermare il vortice depressivo e riprendere in mano la sua vita fino a giungere ad una rinascita e una forma di riscatto.
In questo breve racconto affrontato come un dialogo della protagonista con la sua terapeuta durante il periodo del lock down da Covid 19, lo spettacolo entra nel quotidiano e si fonde ad esso con una punta di ironia e autoironia che non trascura il pathos dell’intera vicenda.
Questo libro si prefigge di combattere la stigmatizzazione della depressione e della malattia mentale e tutti i pregiudizi che ne derivano per non indurre chi ne soffre a nascondersi, a sentirsi solo e in qualche modo offrire un sostegno. Seppur scrivendo questo racconto si rivive un forte dolore, non viene affrontato come liberazione terapeutica, bensì nasce con la volontà di promuovere la divulgazione culturale, non vista dalla parte del clinico, ma con lo sguardo semplice di chi la vive direttamente.
Prefazione Dottoressa Silvia Destro, psicologa e psicoterapeuta.