IL SEGNO OPPOSTO
L’arte femminile ed il femminile nell’arte

Parlare di arte in questi giorni è un po’ difficile. Tutto sembra così privo di senso quando la storia si sta scrivendo sotto ai nostri occhi.
Mi è stato fatto notare però che storia è fatta anche da noi, dalle nostre passioni, dalle nostre idee e dal nostro amore per ciò che ci circonda e per ciò che facciamo. Questo amore può portare luce, anche se flebile, in questo periodo di oscurità.

Quando mi è stato proposto di esporre alcune delle mie opere in questa meravigliosa villa, ho colto al volo l’occasione e ho deciso di dare un senso a questa mostra raccontando con le immagini un tema che mi sta molto a cuore, il femminile e perché no scendere nel cuore di un tema poco affrontato, il femminile nell’arte.

Le figure femminili nel mondo dell’arte di sicuro non mancano, ricordiamo per esempio Artemisia Gentileschi, Rosalba Carriera, la famosissima Frida Kahlo e la contemporanea Marina Abramovich, ma la proporzione con gli artisti maschi è del tutto favorevole a quest’ultimi.
Pensiamo solo al piccolo spazio che queste artiste occupano nei manuali di storia dell’arte e spesso, purtroppo nei programmi scolastici vengono saltate per far posto all’artista dal nome più conosciuto.

Non voglio tediarvi con dati e percentuali ma è doveroso accennare la situazione delle donne nel mondo dell’arte che non differisce dalle altre realtà.
A maggio del 1984 in occasione di una mostra organizzata dal Metropolitan Museum di New York un gruppo di artiste fa notare come tra i 169 artisti presenti soltanto il 10% siano donne; una rapida analisi delle collezioni degli altri principali musei americani fornisce un dato ugualmente desolante.
Nasce così “Guerrilla Girls” e viene portato alla luce che meno del 5% degli artisti nelle collezioni del Metropolitan sono donne, ma l’85% dei nudi sono femminili.
Il loro manifesto alla Biennale di Venezia del 2005 denunciava una presenza di artiste al Met ancora più bassa, si è passati dal 5% al 3%.

Se parliamo di premi, quelli vinti dalle artiste donne è un numero di gran lunga inferiore rispetto a quelli vinti dai colleghi maschi.
Nelle gallerie la presenza femminile cala al 25%, dato che scende al 19% in relazione alle mostre personali nelle istituzioni e arriva alla punta minima del 13% di presenze al Padiglione Italia della Biennale di Venezia.
Nel 2018 uno studio ha rilevato che nel mondo dell’arte le donne guadagnano meno degli uomini.
Questi risultati desolanti non vanno imputati ad un minor numero di artiste donne. Purtroppo la maggioranza delle donne sono sottopagate e molte volte devono pure svolgere un secondo lavoro e prendersi cura della famiglia.
E’ ovvio che in questo contesto abbiano meno possibilità di presentarsi alle gallerie, di frequentare gli ambienti che contano e di promuovere la loro arte. Insomma l’arte non è un campo facile per le donne che siano artiste, critiche d’arte, storiche dell’arte, curatrici o galleriste.

Concludo con un’indagine promossa da Kooness, piattaforma online che funge da intermediaria con il mondo delle gallerie, chiedendo a 2000 persone come e se il sesso dell’artista influenza la percezione dell’opera. un buon 51,6% degli intervistati sottovaluta le opere prodotte da donne.

Ora dobbiamo chiederci se la situazione appena delineata sia figlia di una stratificazione nei secoli del ruolo della donna in generale e nell’arte in particolare. L’arte femminile per lungo tempo è stata ignorata senza alcuna differenziazione di epoche o luoghi.

L’esposizione sarà in tre sale, in una di queste ho deciso di omaggiare quattro artiste. Tre che hanno dovuto soccombere al patriarcato e al maschilismo e una che ha usato quel dolore e quel abuso per far esplodere, nel vero senso del termine, la sua arte.
Le artiste hanno come filo conduttore la “follia”, quella per cui sono state condannate e hanno pagato con la loro arte. Questo filo rosso ci riporta anche all’obbiettivo promosso dall’associazione di cui sono cofondatrice (Punto e Virgola-Lo scrigno), ovvero la sensibilizzazione e il supporto ai disturbi dell’umore e malattie mentali.
Con i miei lavori parlerò di Camille Claudel, Dora Maar e Niki de Saint Phalle.



ABBANDONO

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La Luna Nel Bosco

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Commento Critico di Emanuela Mazzotti Biondani Commento Critico di Virna Manattini